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QUANDO PRENDERSI CURA DI SE’ COSTA TROPPO… CHE FARE?

Immagine del redattore: dott. Pietro Caputodott. Pietro Caputo



Quando ho suggerito di prendersi cura di sé., in quasi dodici anni di esperienza nel campo della demenza a stretto contatto con i familiari ne ho sentite di tutti i colori. Ci sono state e ci sono tutt’ora delle persone che dopo aver superato delle resistenze hanno deciso di dedicarsi a se stesse, ma la stragrande maggioranza dei caregivers fa molta difficoltà. E questo l’ho osservato anche “a distanza”: leggo praticamente le stesse osservazioni, stesse difficoltà.

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Esempi tipici sono i seguenti:

<<Non ho tempo di prendermi cura di me, mi occupo 24 su 24 dell’ammalato>>.

<<Non ho tempo, perché devo occuparmi di troppe cose durante la giornata>>.

<<Costa troppo (una vacanza, un’attività, un percorso psicologico), non ho soldi da buttare>>.

<<E’ impossibile prendermi cura di me, sono solo/a ad occuparmi dell’ammalato>>.

<<So io come prendermi cura di me. Non ho bisogno di nessuno che mi dica cosa fare>>.

<<Mi prenderei cura di me se le istituzioni, il governo, i medici e quant’altro facessero il loro lavoro e mi aiutassero realmente>>.

E cosi via...

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Ho notato che c’è sempre un problema per non prendersi cura di sé, tutti comprensibili:

TEMPO;

SOLDI;

SENTIRSI SOLI;

SENTIRSI ABBANDONATI DALLE ISTITUZIONI;

SAPERE A PRIORI COSA FARE;

ecc.

La realtà però è ben diversa e alcune risposte di altri familiari agli esempi sopraccitati mi hanno fatto riflettere. Per esempio:

<<Perché non chiedi aiuto a dei volontari per ritagliare delle ore durante la giornata?

<<Se non riesci da sola, perché non chiedi aiuto all’assistente sociale per capire come muoverti?>>

<<Io ce l'ho fatta, anche tu puoi>>.

(solo per fare degli esempi)

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Sicuramente, le osservazioni fatte hanno un loro perché e le comprendo. Essere Caregiver è molto difficile soprattutto di un malato di demenza! Problemi di diversa natura che possono portare il familiare ad annullarsi, se non prende dei provvedimenti.

Ed è questo passaggio che in alcuni casi manca: decidere realmente di prendere dei provvedimenti, decidere che è arrivato il momento di superare le proprie resistenze e dare inizio ad un vero cambiamento.

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Rispondo quindi ai diversi familiari che mi hanno scritto a riguardo, chiedendomi COSA FARE

La mia risposta può apparire molto dura e concisa, ma è quello che dico a tutti i familiari prima di iniziare un percorso con me.

E’ fondamentale innanzitutto entrare in contatto con se stessi e ascoltarsi realmente, in profondità. Poi scegliere se continuare a fare la VITTIMA, sbraitando contro tutti e tutto oppure chiudendoci in noi stessi, rimpiangendo il passato e punendoci per dei presenti errori fatti oppure decidere di assumersi la responsabilità delle proprie scelte, affrontare le proprie paure, fragilità e insicurezze e rinascere a se stessi.

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Per alcuni può essere difficile, per altri meno, ma sicuramente COSTA TANTO.

Costa tempo, soldi, impegno, dedizione, pazienza, volontà, energie fisiche ed emotive… lo so benissimo.

Ma è l’unica strada che io conosca per non sentirsi avviliti, distrutti e perennemente in colpa per qualcosa.

Alla fine, come alcuni familiari mi hanno detto alla fine del percorso svolto assieme:

IL DIFFICILE E' SOLO NELLA NOSTRA TESTA.

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