Quando ho iniziato a lavorare nel reparto speciale demenze di Misano Adriatico, di demenza sapevo poco e nulla. Conoscevo qualcosina in generale, avevo imparato che gli ammalati avevano deliri o comportamenti aberranti, come l’aggressività, il wandering, le allucinazioni, ma tutto a livello teorico
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Quando, poi, ho fatto “esperienza”, mi sono ritrovato in un mondo a parte, a cui non ero per nulla preparato e avevo una marea di paura
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Non sapevo cosa fare: da una parte mi sentivo un pesce fuor d’acqua, perché non sapevo come potevo aiutare quelle persone e dall’altra mi sentivo terribilmente in ansia, perché temevo che qualcuno mi facesse del male
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Ho vissuto non attimi ma interi periodi in questa maniera
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E siccome mi sentivo sfiduciato, la prima cosa che ho fatto era quella di documentarmi il più possibile, strategia che mi veniva molto semplice, perché mi piace tanto aggiornami e dall’altra mi piace viaggiare, motivo per cui ho frequentato tantissimi convegni regionali e nazionali sull’argomento
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Risultato? Mi sentivo, sì, un pochino più competente, ma non sentivo ancora quella fiducia in me stesso che cercavo disperatamente, e che mi poteva aiutare a prendermi cura dei miei pazienti
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Così mi sentivo ancora di più sconfortato: nonostante tanti studi e tempo e soldi spesi per i vari corsi/aggiornamenti non era cambiato quasi nulla
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Perché mi succedeva questo? Perché mi ero concentrato solo a riempire la mia testa di informazioni, tralasciando la cosa più importante: me stesso!
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Dentro di me c’era una parte che mi giudicava continuamente: potevo fare qualsiasi cosa, ma era sempre lì a dirmi che non ero capace, che aveva sbagliato questo, che potevo fare diversamente, che quella/o mia/o collega era più bravo/a ecc. ecc. ecc.
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Era questa parte che stava minando la fiducia in me stesso
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Quando ho compreso questo, ho deciso così che era arrivato il momento di mettermi al centro. Ho chiesto aiuto e con una “guida” ho lavorato diversi anni su me stesso, perché desideravo terribilmente da una parte prendermi cura di me e dall’altra essere d’aiuto per i miei pazienti
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Ed è stata la mia svolta…
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Perché i risultati sono stati sbalorditivi.
Ho ritrovato sicurezza e fiducia in me;
Mi sono sentivo più in grado di gestire situazioni complesse senza perdere il mio equilibrio;
Mi sono sentivo più sereno in reparto e non sempre con quell’ansia addosso;
Sono riuscito ad essere maggiormente d’aiuto per i miei pazienti, che erano molto più sereni e tranquilli, sicuramente perché avevano a fianco una persona a sua volta più serena e tranquilla
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Se anche tu sei una persona che si occupa degli altri e senti ti aver perso la fiducia in te stessa, smetti di riempiere la testa di nozioni: tutt’al più fallo solo per il gusto di aggiornati e aumentare le tue competenze
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Ma se lo fai per compensare un senso di sfiducia in te stessa, è una strategia che non ti servirà, come è successo a me, ma anche a molti dei miei clienti del percorso #riprenditilatuavita, attraverso cui guido le persone che si prendono cura degli altri ma non ti sé a liberarsi dai sensi di colpa e dal rimuginio per ritornare ad investire nella loro vita, amando se stesse
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Inizia invece a rimetterti al centro, ad accorgerti quando quella tua vocina interiore ti dice che stai sbagliando, che non vali o che ciò che fai non serve e concentrati a darti amore
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Perché la fiducia che nutri in te non dipende da quanto sai, ma dall’amore che dai a te stessa/o, malgrado le sfide quotidiane e soprattutto i tuoi fallimenti
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E tu, hai voglia di rimetterti al centro?
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