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Immagine del redattoredott. Pietro Caputo

QUANDO ASCOLTARE IL PROPRIO CORPO PUO’ MIGLIORARE LA RELAZIONE CON NOI STESSI E CON CHI AMIAMO


  • In molte occasioni, mi è capitato di sentire da parte dei familiari che si prendono cura di un malato di demenza frasi del genere:

  • <<Ho superato ogni limite, non ce la faccio più>>;

  • <<Sono letteralmente sfinito>>;

  • <<Mi sto ammalando anch’io>>;

  • <<Sono piena di dolori e non so come fare>>;

  • <<Ho dovuto portarlo/la in struttura, perché non ce la faccio più. Mi sono trascurata/o e il mio corpo è ormai pieno di dolori>>.

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Non nascondo che le prime volte che sentivo queste frasi mi sentivo un po’ confuso. Da una parte provavo un dispiacere enorme per la condizione del familiare. Dall’altra invece, mi chiedevo come mai non avesse preso delle decisioni prima oppure non si fosse fatta/o aiutare o ancora come aveva fatto a ridursi in quelle condizioni disastrose. Poi, imparando ad ascoltare le loro storie e le loro difficoltà, comprendendo i loro problemi e condividendo le loro emozioni, ho avuto modo di capire.


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Si preferisce dare tutto al malato di demenza e a chi si ama a proprio discapito, si preferisce evitare di ascoltare il proprio corpo perché, come mi diceva una signora, “sennò sono guai”, si preferisce andare come un treno da una parte all’altra, con ansia e affanno, per evitare di ascoltare quei dolori fisici, altrimenti quei dolori aumentano e poi “chi pensa al malato di demenza”?


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In realtà, come è evidente e come il familiare comprende, ahimè, molto dopo aver fatto esperienza sulla propria pelle, più si evita di ascoltare il proprio corpo e maggiori sono le problematiche tanto personali (la salute peggiora, l’umore crolla ecc.) quanto relazionali (sia con il malato sia con gli altri componenti della famiglia in quanto si diventa più irascibili, meno pazienti, più ansiosi ecc.).


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Cosa fare quindi?


Imparare ad ascoltare il proprio corpo, a dargli retta e a rispettarlo, tenendo sempre in mente che maggiore sarà la nostra attenzione verso noi stessi migliore sarà la nostra cura nei confronti degli altri, con grandi risultati quindi nella relazione con il malato di demenza e con chi vive accanto a noi.


Per fare ciò propongo un esercizio semplicissimo da svolgere quotidianamente e che ho chiamato “NOTA IL CORPO”. Consiste nel fissare 3-4 allarmi sul cellulare in orari diversi durante la giornata. Nel momento in cui suona l’allarme, ci si ferma qualche minuto e si pone attenzione ad ogni parte del corpo. Se si riscontreranno dolori, tensioni o altro sarà poi importante dedicare qualche altro minuto a respirare profondamente per rilasciare le tensioni.


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In questo modo avremo diversi risultati:

  • Si rispetta il proprio corpo e se stessi;

  • Rilassamento delle parti doloranti o tese;

  • Miglioramento della nostra salute;

  • Miglioramento dell’umore;

  • Si evita di cronicizzare dolori apparentemente innocui

  • Miglioramento delle relazioni con le persone che amiamo.

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