Tempo fa la Signora F, moglie di un signore malato di demenza da due anni, durante il suo percorso “MIAMO&EMIPRENDOCURADITE” ha condiviso un pensiero molto interessante e importante riguardo il chiedere aiuto. Ricordo bene che in quell’occasione sottolineava la sua estrema difficoltà nel gestire sia il marito sia le altre cose della sua vita, come la casa e il lavoro. Di conseguenza, come strategia, le ho chiesto se fosse il caso di chiedere aiuto ai suoi due figli. La sua risposta fu molto lapidaria:<<Non voglio disturbarli. Hanno già tante cose da fare. Ci devo pensare io>>.
. . . . .
Questo modo di pensare può essere alcune volte la conseguenza non tanto della realtà (lei, infatti, non aveva mai chiesto ai suoi figli) quanto di una convinzione di cui spesso non si è consapevoli. In particolare, del fatto che non vogliamo l’aiuto degli altri perché possiamo fare da soli, che è nostro dovere.
. . . . .
Durante il suo percorso, abbiamo lavorato tante sulle sue convinzioni e i suoi pensieri limitanti. Di fatto, la Sig.ra F. è riuscita ad entrare in contatto con la motivazione profonda che si celava sotto questo suo modo di fare: si vergognava di chiedere aiuto e non voleva apparire debole.
E’ stata una donna forte e coraggiosa. Ha parlato delle sue difficoltà con i due figli e si sono organizzati insieme per cercare di rendere il suo carico quotidiano più leggero.
A volte, bastano piccolissime cose per creare grandi cambiamenti.
Comentários