Anche se a distanza di qualche anno ormai, ricordo ancora molto bene l’intervento di una moglie durante una sessione di gruppo dedicata ai caregivers del centro diurno.
Si parlava del carico di stress che ricade sul familiare. Lei chiese gentilmente la parola e la ebbe. Ci fu prima un attimo di silenzio poi scoppiò: era talmente arrabbiata che ebbi qualche difficoltà a contenerla. Disse una frase molto significativa:<<Io mi annullo per mio marito, faccio qualsiasi cosa, non riesco più neanche a pensare a me e qual è il risultato? Mi sgrida, mi urla, non si fa gestire. Io non ce la faccio più. Spero che voi del centro diurno mi possiate aiutare>>.
Era molto comprensibile la sua rabbia e gli altri familiari facevano di tutto per farle capire che doveva portare pazienza e che la malattia ha queste caratteristiche.
In realtà, l’errore era la stessa strategia che usava la signora per “gestire” la malattia del marito. Il fatto stesso di annullarsi come persona per occuparsi esclusivamente dell’ammalato la portava a reprimere i suoi bisogni e chiuderla in una gabbia. Il risultato finale di tutto ciò: una rabbia immensa. Ma questo suo comportamento non era assurdo, fuori ogni logica, ma era soltanto il risultato di un suo pensiero, che poi condivise con gli altri: si sentiva un caregiver migliore comportandosi in quella maniera, ovviamente a suo discapito.
Gli stessi familiari, uno in particolare, un “veterano” del gruppo, le disse una cosa che la lascio per un attimo incredula:<<Guarda che annullandoti non sarai mai un caregiver migliore, ma sarai solo un caregiver molto stressato. Noi tutti siamo caduti in questa trappola. E il problema peggiore è che non aiutiamo né noi né i nostri cari>>. Un’osservazione potente, che innescò in lei un “piccolo grande” cambiamento di prospettiva.
Ogni volta che ti stai annullando non stai facendo altro che dare più energia alla tua rabbia e alla tua frustrazione: non sarai migliore, ma sarai sicuramente meno disponibile verso i bisogni dell’ammalato. Se per te è importante essere un caregiver migliore, quindi, forse sarà necessario cambiare qualcosa e iniziare a prendere in considerazione i propri bisogni: sarai di certo più sereno/a e sono certo che l’ammalato te ne sarà grato/a.
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