La tua costante presenza non ti regala necessariamente la sicurezza
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Anzi…
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Ora, ti spiego meglio.
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Durante i primi anni di lavoro nel reparto speciale demenze di Misano Adriatico, ero una persona perennemente in ansia e super agitata, non tanto per il lavoro in sé, quanto perché avevo paura per i miei pazienti.
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Spesso camminavano male, alcune volte correvano, oppure facevano molta fatica a mangiare o ancora non vedevano gli ostacoli, perciò, in maniera quasi inconsapevole, mi veniva di stare costantemente al loro fianco
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Individuavo la persona che secondo me era più in pericolo e mi appiccicavo come un francobollo
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Lo facevo, perché la mia mente immaginava così tanti scenari, che avevo escogitato questa soluzione.
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Ma senza successo, perché i miei livelli d’ansia erano perennemente alle stelle.
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Tutto questo ti è familiare?
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Credo proprio di sì, ma ti assicuro che non sei l’unic@
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Perché tutti i miei clienti del percorso #riprenditilatuavita, attraverso cui guido i familiari a smettere di rimuginare sulla malattia e di trovare la forza per ritornare a vivere con serenità la propria vita malgrado tutto, hanno la stessa difficoltà
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Ma, come ti spiegavo poc’anzi, stare al loro fianco non solo non mi è stato utile per ridurre quella mia ansia, ma è stata anche rovinosa per i miei pazienti, sia perché, come detto prima, alcuni si innervosivano, sia perché, alla fine, alcune delle cose che immaginavo sono successe veramente, ma A PRESCINDERE CHE IO FOSSI A POCHI CENTIMETRI DA LORO.
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Ero lì, con loro, eppure succedevano…
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E ogni volta che accadeva qualcosa del genere ci rimanevo molto male: oltre all’ansia, quindi, si aggiungeva il senso di colpa.
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La verità è che stare sempre appiccicato ai miei pazienti serviva più a me che a loro: era un modo per tenere tutto sotto controllo e sedare la mia ansia
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Avevo bisogno di sentire di avere un certo controllo sulle situazioni, sui miei pazienti, su me stesso, ma la mia ansia aveva un messaggio chiaro per me, che io puntualmente non ascoltavo.
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E il messaggio era semplice: NON PUOI AVERE IL CONTROLLO SU TUTTO… PUNTO!
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Paradossalmente, quando ho iniziato a lasciare più spazio ai miei pazienti e a tenerli d’occhio, senza quella morbosità che avevo prima, ho avuto migliori risultati.
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I miei livelli d’ansia sono calati, la mia salute ne ha giovato tanto e per giunta mi sono sentito più adeguato e capace come caregiver
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E, soprattutto, i miei pazienti erano più sereni e si approcciavano a me con più tranquillità
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Se vuoi, quindi, iniziare a liberarti da quell’ansia che possa succedere qualcosa all’ammalato comincia ad ascoltare la tua ansia, perché come tutte le emozioni, ha per te un messaggio
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Ascolta cosa vuole dirti, perché ogni tentativo di sedarla o di controllarla non farà altro che aumentarne la forza e l’intensità.
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E lo puoi fare ponendo attenzione al tuo corpo, respirando dentro quella zona dove la senti.
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In questo modo, farai defluire la sua energia e ridurrai la sua carica.
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E ti posso assicurare che i risultati li avrai, se metterai in pratica ogni giorno questi suggerimenti, perché hanno aiutato me (e la mia ansia era livello TOP) e, soprattutto, aiutano i miei clienti
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E tu, quale strategia usi quando ti sale l’ansia che possa succedere qualcosa al tuo caro?
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Un caro abbraccio
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Pietro
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